Nel marzo 2020 la Commissione Europea ha proposto un nuovo piano d’azione per l’Economia Circolare.
È uno degli elementi costitutivi del Green Deal Europeo e introduce misure legislative e non che intercettano settori strategici dove l’Economia Circolare può davvero rappresentare un valore aggiunto.
Lo scopo ultimo del piano è accelerare la transizione verso un modello di crescita rigenerativo che restituisca al pianeta più di quanto consumi, raddoppiando la percentuale di utilizzo dei materiali circolari nel prossimo decennio.
Gli obiettivi del piano d’azione sono:
- Rendere i prodotti sostenibili la normalità nell’UE;
- Incoraggiare alla sostenibilità e responsabilizzare i consumatori e gli acquirenti pubblici;
- Concentrarsi sui settori che utilizzano la maggior parte delle risorse e in cui il potenziale di circolarità è elevato, come l’elettronica e l’ICT, la produzione di batterie, veicoli, imballaggi, materie plastiche, tessili, costruzioni ed edifici, alimenti, acqua e sostanze nutritive;
- Garantire la produzione di meno rifiuti;
- Implementare il funzionamento della circolarità per le persone, le regioni e le città;
- Guidare gli sforzi globali in materia di economia circolare.
È fondamentale un piano d’azione per l’economia circolare, perché, come si legge nella comunicazione della Commissione Europea: «Si prevede che nei prossimi quarant’anni il consumo complessivo dei materiali come la biomassa, i combustibili fossili, i metalli e i minerali raddoppierà, e parallelamente la produzione annuale di rifiuti aumenterà del 70 % entro il 2050».
Il 9 febbraio 2021, il Parlamento europeo ha richiesto norme più severe sul riciclo con obiettivi vincolanti da raggiungere entro il 2030 per l’uso e il consumo di materiali.
Le risorse limitate e i cambiamenti climatici rendono necessario il passaggio da una società del tipo produzione-consumo-scarto (Make-use-dispose) ad una volta a un’economia a zero emissioni di carbonio, sostenibile dal punto di vista ambientale, libera dalle sostanze tossiche e completamente circolare entro il 2050.
Il Piano comprende 35 azioni connesse tra loro destinate a istituire un quadro strategico in cui i prodotti, i servizi e i modelli imprenditoriali sostenibili saranno fondamentali per evitare l’esponenziale produzione di rifiuti ed il consumo di carburanti fossili, garantendo il buon funzionamento del mercato interno dell’UE per le materie prime secondarie di alta qualità.
L’UE svolge un ruolo chiave nel passaggio ad un’economia circolare a livello mondiale, attuando e facendo propri gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile per il 2030 per garantire che l’economia circolare vada a beneficio delle persone, delle regioni e delle città.
Il piano d’azione della Commissione europea ha stabilito sette aree chiave fondamentali per raggiungere un’economia circolare e collaborerà a stretto contatto con gli stakeholders nelle principali catene di valore con l’obiettivo di identificare gli ostacoli all’espansione dei mercati per i prodotti circolari e le modalità per affrontare i problemi.
Le sette aree chiave individuate sono:
- 1. Plastica: la strategia europea mira ad eliminare gradualmente l’uso di plastica e la dispersione delle microplastiche;
- 2. Tessile: l’industria tessile è una delle più impattanti, fa uso di molte materie prime e di acqua, meno dell’1% di materiale viene riciclato. Sono state introdotte nuove misure per contrastare la perdita di microfibre e introdurre standard più severi sull’uso dell’acqua;
- 3. Elettronica e Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT): i rifiuti elettronici ed elettrici rappresentano il flusso di rifiuti in più rapida crescita nell’UE, di cui meno del 40% viene riciclato. I deputati hanno richiesto che l’UE promuova una maggiore durata dei prodotti attraverso il riuso e la riparabilità;
- 4. Prodotti alimentari, acque e nutrienti: il 20% del cibo totale prodotto viene perso o sprecato nell’UE. L’obiettivo è quello di dimezzare degli sprechi alimentari entro il 2030, così come previsto dalla strategia Farm to Fork per la sostenibilità alimentare;
- 5. Imballaggio: le nuove regole mirano a garantire che tutti gli imballaggi del mercato UE siano economicamente riutilizzabili o riciclabili entro il 2030;
- 6. Batterie e veicoli: sono tante le proposte sulla produzione e sul tipo di materiali impiegati per tutte le batterie presenti nel mercato UE. Si richiede, in particolare, che abbiano una bassa impronta di carbonio e rispettino i diritti umani, nonché gli standard sociali ed ecologici.
- 7. Edifici e costruzioni: l’industria edile è responsabile di oltre il 35% dei rifiuti totali dell’UE. I deputati hanno richiesto che la durata del ciclo di vita degli edifici venga prolungata, che vengano stabiliti degli obiettivi di riduzione dell’impronta di carbonio dei materiali, così come dei requisiti minimi sull’efficienza energetica e delle risorse.
La Commissione Europea nella sua comunicazione ribadisce come siano necessarie anche azioni trasversali per favorire la transizione verso l’Economia Circolare, che si pone come presupposto per la neutralità climatica. Sarà necessario in questo caso adoperarsi per dare alle azioni prevista la giusta impostazione economica, usufruendo degli strumenti di pianificazione economica e finanziaria europea. Sarà altrettanto fondamentale promuovere la transizione attraverso ricerca, innovazione e digitalizzazione.